La strategia più efficace per gestire il diabete è con un approccio basato sul team e la collaborazione dei farmacisti ne migliora l’efficacia. Ecco come
Secondo l’American Diabetes Association, il modo più efficace per gestire il diabete è con un approccio basato sul team e la collaborazione dei farmacisti migliora il controllo glicemico e la qualità di vita dei pazienti diabetici e riduce anche i costi e le complicanze. Lo riportano diversi studi pubblicati.
Diabete in continua crescita
Il diabete è in continua crescita in tutti i paesi europei, si stima che negli ultimi 6 anni l’incidenza è aumentata del 28%. Questa crescita è evidente ancor più In Italia, dove l’Istat stima che dal 2000 al 2019 le persone con diabete siano aumentate di circa il 60 per cento, passando dal 3,8% della popolazione al 5,8% (oltre 3 milioni e mezzo di persone). Questo incremento è spiegabile con una pluralità di motivi, tra cui l’invecchiamento della popolazione, la sedentarietà, l’obesità e in generale la scarsa attenzione a stili di vita salutari.
Approccio basato su team riduce costi
Secondo l’American Diabetes Association, il modo più efficace per gestire il diabete è con un approccio basato sul team, e quel team potrebbe essere più efficace se include un farmacista. Già uno studio del 2018, pubblicato sul Journal of Managed Care and Specialty Pharmacy, ha rilevato che l’aggiunta di farmacisti ai team di cura del diabete non solo migliora i risultati dei pazienti, ma può aiutare anche a prevenire complicazioni e ridurre i costi. Con l’armamentario in continua crescita di farmaci per il diabete, i farmacisti svolgono un ruolo fondamentale nell’aiutare a selezionare i farmaci che massimizzano l’efficacia, riducono al minimo gli effetti collaterali, apportano benefici ad altri stati patologici concomitanti (ad esempio, malattie renali o cardiovascolari) e riducono al minimo i costi.
Modello collaborativo migliora l’autogestione e la qualità di vita dei pazienti diabetici
Recentemente, i ricercatori hanno condotto un nuovo studio randomizzato controllato, multicentrico e in aperto, nell’arco di 6 mesi, su 264 pazienti con diabete di tipo 2 che assumevano cinque o più farmaci al giorno, per avvalorare tale idea. I partecipanti sono stati randomizzati in gruppi di intervento (cure collaborative) e di controllo. La coorte di intervento prevedeva che i farmacisti di comunità gestissero la terapia farmacologica, fornissero consigli sullo stile di vita insieme con il team di assistenza primaria, che includeva medici, infermieri e dietisti. Gli esiti clinici includevano cambiamenti dell’HbA1c, della pressione arteriosa sistolica (SBP), dei livelli lipidici e dell’incidenza dell’ipoglicemia. Una riduzione significativamente maggiore di HbA1c è stata osservata nel gruppo di intervento rispetto al controllo. I cambiamenti della pressione, dei lipidi e dell’incidenza dell’ipoglicemia non sono stati significativi nell’arco di 6 mesi tra i due gruppi. All’interno del gruppo di intervento sono stati osservati inoltre miglioramenti significativi nell’autogestione del diabete e nella qualità di vita. I risultati mostrano così che questo modello può ridurre le lacune di comunicazione tra i pazienti e il loro team di assistenza primaria e formare una rete di sicurezza per le persone con malattie croniche.