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Malattie autoimmuni: meno rischi con vitamina D e omega 3

L’assunzione giornaliera di integratori di vitamina D o di omega-3 riduce di circa il 30% il rischio di sviluppare malattie autoimmuni

L’assunzione giornaliera di integratori di vitamina D o di omega-3 riduce di circa il 30% il rischio di sviluppare malattie autoimmuni, con un effetto più pronunciato dopo due anni. È quanto emerge da uno studio pubblicato dal British Medical Journal.


La malattia autoimmune colpisce soprattutto le donne

La malattia autoimmune si verifica quando il sistema di difesa naturale del corpo attacca erroneamente le cellule normali. Condizioni comuni includono l’artrite reumatoide, la polimialgia reumatica, la psoriasi e le malattie della tiroide, che aumentano con l’età, in particolare tra le donne. Sia la vitamina D che gli acidi grassi omega-3 sono noti per avere un effetto benefico sull’infiammazione e sull’immunità, ma nessun ampio studio randomizzato ha testato se questi possono ridurre il rischio di malattie autoimmuni. I ricercatori hanno deciso così di testare gli effetti in 25.871 adulti statunitensi (età media 67; 51% donne). I partecipanti hanno fornito informazioni sulla loro età, etnia, regione di residenza, reddito, istruzione, stile di vita, peso, anamnesi, dieta e uso di integratori. Sono stati misurati anche i livelli ematici di vitamina D e acidi grassi omega-3. I soggetti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere vitamina D (2.000 UI/giorno) o placebo abbinato e acidi grassi omega-3 (1.000 mg/giorno) o placebo abbinato, ed è stato chiesto di segnalare qualsiasi malattia autoimmune diagnosticata per un periodo medio di 5,3 anni. I casi segnalati sono stati confermati utilizzando le cartelle cliniche. Quelli con documentazione insufficiente sono stati classificati come casi “probabili”.

Efficacia maggiore da assunzione di integratori più a lungo

Per l’intera durata dello studio, una malattia autoimmune confermata è stata diagnosticata in 123 partecipanti nel gruppo vitamina D rispetto a 155 nel gruppo placebo, un tasso relativo inferiore del 22%. Nel gruppo degli acidi grassi omega-3 sono stati diagnosticati 130 casi confermati rispetto ai 148 del gruppo placebo, con una riduzione non significativa del 15%. Tuttavia, quando sono stati inclusi casi probabili, gli integratori di acidi grassi omega-3 hanno ridotto significativamente il tasso del 18% rispetto al placebo e si è verificata un’interazione significativa con il tempo, indicando un effetto più forte con l’assunzione di integratori più a lungo. Considerando gli ultimi 3 anni, la ricerca mostra che sia la vitamina D che gli integratori di acidi grassi omega-3 hanno ridotto le malattie autoimmuni di circa il 30% rispetto al solo placebo. Questo studio è la prima prova diretta che l’integrazione quotidiana con uno dei due agenti per cinque anni tra gli anziani statunitensi riduce l’incidenza di malattie autoimmuni, con effetti più pronunciati dopo due anni di integrazione. L’importanza clinica di questi risultati è alta perché questi sono integratori non tossici ben tollerati e mancano altri trattamenti efficaci per ridurre l’incidenza delle malattie autoimmuni. Lo studio ha coinvolto una popolazione generale diversificata con alti tassi di follow-up e aderenza al trattamento. Tuttavia, i ricercatori riconoscono di aver testato solo una dose e una formulazione di ciascun integratore e affermano che i risultati potrebbero non applicarsi agli individui più giovani. Per tale motivo, si sta continuando a seguire i partecipanti per due anni in uno studio di estensione per testare sia il decorso temporale dell’effetto di riduzione delle malattie autoimmuni, sia per valutare tali interventi nelle popolazioni più giovani e in quelle con un alto rischio di malattie autoimmuni.

Articolo pubblicato su Farmacista33

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